Un reggiseno dal passato
Sono una grande appassionata di lingerie vintage e spesso prendo spunto da epoche passate per creare i capi che propongo.
Non che non ami quello che ci offre oggi il mercato in termini di tessuti, materiali vari, tecnologie nuove, tutt’altro, però certe linee, certi materiali usati, certi dettagli mi piacciono particolarmente e non vedo perché non riportarli alla luce, dal passato, mescolandoli con tutto quello che oggi abbiamo a disposizione.
Aggiungo che, in quanto appassionata appunto, quando trovo libri sull’argomento, pizzi antichi e altri materiali, non me li lascio scappare di certo.
Ed è infatti è da un libro che è partito tutto.
Questo:
Vintage Lingerie
Historical patterns and techniques
di Jill Salen, pubblicato da Batsford, nel 2011
Me ne sono innamorata subito: è una raccolta di foto di capi di lingerie dal 1830 al 1970 circa, una piccola introduzione e, per ogni capo, una descrizione approfondita e lo schema/cartamodello in scala che quindi si può replicare.
Ovviamente dopo averlo riportato alle misure originali (con un ostacolo in più: la conversione dal sistema imperiale al sistema metrico).
Fatta questa piccola premessa oggi voglio raccontarti questa storia.
Tra tanti modelli c’era questa brassière in tulle di cotone.
Mi sono ricordata di avere in casa proprio un pezzo di questo tessuto in bianco invece che in nero e mi è venuta voglia di provare a realizzarla.
Ma cos’è una brassière?
Il termine è francese e si traduce in “camiciola”, effettivamente questo reggiseno ha poco in comune con i reggiseni moderni ed è anche naturale che fosse così.
Fino a poco tempo prima si indossavano solo corsetti e quelli non avevano bisogno di avere sotto un reggiseno, bensì di camicie e camiciole che servivano a non portare il corsetto a contatto della pelle e a non farlo vedere spuntare da sotto gli abiti.
Ma questa è un’altra storia di cui ti racconterò in un altro momento.
Torniamo alla brassière.
A partire dall’inizio dello scorso secolo, la moda comincia a cambiare e nel 1920 si inizia ad abbandonare il corsetto e a prediligere una silhouette completamente diversa.
Ti svelo un segreto, in realtà non è proprio così: perché si abbandoni veramente il corsetto dovranno passare molti anni ancora, ma diciamo che cambia forma, si predilige dare al corpo una linea più asciutta ed allungata, le linee degli abiti si fanno morbide e scivolose e la lingerie, appunto, si adegua.
I corsetti di questo periodo si trasformano in qualcosa di più simile alle guaine più moderne che continuano a modellare il punto vita ma si allungano per stringere anche (e soprattutto) i fianchi.
Va da sé che il seno rimarrebbe scoperto e quindi si cominciano a realizzare capi che somigliano molto ai nostri reggiseni ma che ancora non ne hanno tutte le funzionalità.
Infatti pensiamo anche solo ai tessuti, tutti quelli tecnici che abbiamo oggi all’epoca non esistevano e per questo genere di capi si andavano ad utilizzare solo tessuti naturali come il cotone e la seta (anche a seconda delle disponibilità economiche di chi li indossava). Pensa che per arrivare ai primi tessuti sintetici bisognerà aspettare ancora fino gli anni ’30/’40.
Il reggiseno vintage
Questo modello che ho scelto di replicare è del 1930.
È realizzato in tulle di cotone e rifinito con bordini di pizzo e nastri e si regola con un pezzetto di elastico ad asole agganciato a dei piccoli bottoncini posizionati sotto le coppe.
Praticamente non sostiene nulla. si tratta infatti di una taglia piccola che ricopre un seno piccolo che appunto non ha bisogno di essere sostenuto, ma semplicemente coperto, con lo stile aggraziato ed elegante tipico di quell’epoca.
Vuoi vedere come l’ho realizzato?
I materiali
Per realizzare questo modello ho preparato:
- per il taglio delle coppe: una striscia di tulle di cotone alta 45 cm già lavata per evitare il restringimento del capo finito al momento del lavaggio;
- 74 cm di pizzo alto 1,8 cm per rifinire la parte alta dello scollo e quella che va verso il braccio;
- 1 mt di nastro di raso alto 1 cm per realizzare le bretelle (50 cm x 2) e 70 cm dello stesso nastro per la fascia (35 cm x 2);
- 2 pezzi di 10 cm di pizzo leggermente elastico con delle piccole asole che ho potuto usare per chiudere il reggiseno;
- 2 bottoncini di 8 mm di diametro per la chiusura;
- una striscia di fettuccia rigida di 60 cm e alta 1cm per rifinire e tenere in posizione la base delle coppe.
Il cartamodello
Questo è lo schema del cartamodello abbinato alla foto nel libro.
Come vedi è disegnato su una griglia in scala ridotta e, per di più, in pollici…
Ma non mi sono fatta spaventare!
Ho preso tutte le misure, le ho convertite in cm riportate in scala 1:1 e ho ricostruito il modello originale.
Poi l’ho trasferito su un pezzo di carta da modello, aggiunto i margini di cucitura e ritagliato.
A questo punto sono pronta per usarlo e realizzare il reggiseno.
Le fasi
In questa galleria di foto puoi vedere le varie fasi del taglio e della confezione.
Ognia coppa è stata tagliata in due strati di tessuto, sia per dare più consistenza, sia per mantenere il tessuto più fermo.
Ho unito gli strati fermandoli con degli spilli.
Poi ho applicato il bordo di pizzo sulla parte superiore e chiuso la pince.
Una volta pulita la cucitura rifilando con le forbici l’eccesso di tessuto ho rigirato il pizzo portandolo nella sua posizione definitiva, cioè sul retro e chiudendo la cucitura in modo che l’effetto fosse completamente pulito.
A questo punto ho finalmente unito le coppe e terminato quindi il lavoro più grosso.
Arriviamo alle ultime fasi.
Ho aggiunto la fettuccia alla base delle coppe, due pezzetti sempre della stessa fettuccia che servono a ospitare i bottoni obliquamente e a circa 3 cm dalla pince del seno.
Ho cucito i nastri da utilizzare come bretelle e come fascia e su questi ultimi ho attaccato il pizzo con le asole.
Ho cucito anche i bottoncini e il reggiseno è finito!
Il risultato finale
Nelle prossime foto il reggiseno indossato dal manichino.
La linea mi piace tantissimo, è pulita, semplice e ingegnosa, soprattutto perché ha la possibilità di adeguarsi al corpo che lo indossa con quel gioco di asole che consentono di stringere o allargare la circonferenza del sotto seno.
Adoro il disegno dei nastri sulla schiena e lo spazio tra il nastro e la coppa sul fianco.
Certo non è supportivo ma quante cose indossiamo solo per il puro gusto di indossarle, che ci fanno sentire belle e anche un po’ sexy (why not?) e non perché sono funzionali?
Senza contare che mi sembra comunque un bel lavoro di ingegnieria per l’epoca: la fettuccia rigida ferma il reggiseno mantendolo comunque nella posizione corretta e il gioco di nastri lo rende indossabile da corpi con la stessa taglia di base anche se diversi perché è così che funzioniamo.
Anche avendo le stesse misure il modo in cui il nostro corpo è strutturato ci rende tuttə diversə e questo reggiseno è molto più adattabile di molti dei nostri giorni.
Ultime considerazioni
Sono molto felice di aver realizzato questo progetto, sia per il puro gusto di creare una replica di un originale di oltre 90 anni fa, sia perché mi sono resa conto che studiarlo e realizzarlo passo passo, mi ha dato un sacco di spunti anche tecnici e di ispirazioni che potrò applicare su capi di lingerie futuri.
Anzi, piccolo spoiler, sto lavorando ad un paio di prototipi moderni di questo stesso modello, realizzati in pizzo, in jersey e con elastici, spalline e chiusure più moderne.
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