Era ottobre dello scorso anno quando ho preso la folle decisione di partecipare ad una competizione internazionale.
Era un momento particolare della mia vita in cui stavo mettendo in dubbio tutto, in particolar modo la mia abilità e la mia creatività.
Così ho voluto darmi uno scossone e mi sono buttata in questo progetto.
Il concorso è stato promosso dal sito di Foundations Revealed, una grande community internazionale dedicata ai corsetti (e non solo); sul sito si possono trovare tutte le informazioni che li riguardano, da quelle storiche alle più tecniche, sia per chi vuole realizzarli sia per chi li compra e indossa fino a chi è un semplice ammiratore.
A partire dal 2014, ogni anno ha il suo tema ispiratore e tanti bravi artisti che si sono cimentati e hanno prodotto lavori meravigliosi
Ma torniamo a noi.
Dunque, era ottobre dello scorso anno e, seguendo l’impulso del momento, ho deciso di buttarmi.
In realtà era tanto che accarezzavo l’idea ma mi sono sempre lasciata intimidire dal livello altissimo di bravura degli altri partecipanti, invece quel giorno mi sono detta: “dai Caro’, in fondo, al massimo non superi la selezione, ma nessuno ti prenderà a male parole per questo!”
E così ci ho provato.
Il tema (c’è sempre un tema ispirante) era l’architettura.
Dovevo trovare un monumento della mia città che fosse ispirante e riconoscibile, che fosse in qualche modo importante per me.
In verità l’ho trovato subito: proprio a luglio 2018 avevo festeggiato i 30 anni della mia “Tela”, realizzata per il secondo anno di Accademia (per tela si intende una creazione disegnata, e completamente realizzata nel modello, nel taglio e nella confezione, solo che per farlo bisogna usare solo tela di cotone o di nylon).
Quell’estate, subito dopo la sfilata di fine anno, il mio abito partecipò a diversi eventi, uno dei quali al parco dell’Eur in una manifestazione dell’epoca chiamata “Euritmia”.
Sopra questo parco svettava il palazzo della Civiltà Italiana, anche conosciuto, a Roma, come Colosseo Quadrato.
Mi è sembrato naturale scegliere questo luogo come tema per il mio lavoro, così mi sono messa all’opera.
Ho cominciato a fare un sacco di schizzi, per buttare giù delle idee ed ogni volta era il modello giusto… per circa 5 minuti!
Poi ne ho scelto uno, questo davvero era quello giusto, ne ero sicura, me lo sentivo e l’ho lasciato lì a maturare… dopo qualche settimana l’ho ripreso in mano e… l’ho scartato!
A fine mese, sono andata a fare le foto, ricordare un posto a memoria è un conto, andare, guardarlo, fotografarlo e respirarne l’aria, tutta un’altra cosa.
Le ho guardate e riguardate, selezionate, tagliate e conservate
Mi sono fatta ispirare da quegli archi così grafici, i contrasti così netti, dall’aria classica ma anche moderna, e… l’idea è finalmente arrivata.
Da quel momento però è iniziato un bel percorso, tutto in salita! E di corsa.
Per realizzare un corsetto serve, come base, un tessuto che si chiama coutil e che in Italia non si trova, o almeno io ho fatto e faccio continuamente ricerche e continuo a non trovarlo.
L’unico modo possibile per averlo è ordinarlo su qualche sito inglese, ma nel frattempo i giorni erano volati ed eravamo già a fine novembre/inizio dicembre, quindi impossibile pensare di avere il materiale prima della fine dell’anno… Infatti è arrivato il 10 di gennaio, cioè avevo poco meno di due mesi per:
- cercare e trovare tutto il materiale che non avevo ancora in casa;
- cercare e trovare una modella che fosse disponibile e adatta all’idea che avevo del mio lavoro;
- preparare il modello in carta;
- preparare il mock up (il corsetto di prova);
- fare le prove, sdifettare e ritagliare il nuovo corsetto in coutil;
- doppiare il tessuto con il raso di seta;
- disegnare sul corsetto e applicare i cristalli;
- realizzare la gonna che completa l’outfit;
- altre prove sparse qua e là;
- fare le foto;
- inviare le foto con i dati e una descrizione in inglese di quello che avevo fatto, il perché e quale monumento fosse abbinato al modello;
- incrociare le dita ed aspettare;
Insomma è stata una bella avventura: trovare tutto e dare inizio alle danze.
Come modella è venuta in mio soccorso Eleonora, una bellissima ragazza, amica di università di mio figlio, che tra l’altro, quando è arrivato il momento delle foto, nonostante fosse in pieno periodo di esami, non mi ha abbandonata (le sarò eternamente grata), ha confermato la sua disponibilità e si è prestata per un intero pomeriggio!
Non ho avuto particolari problemi a realizzare il modello in carta e il mock up, ma quando sono andata a fare la seconda prova, nonché la prima col tessuto adatto, che finalmente era arrivato, Eleonora era dimagrita parecchio (ah lo stress per gli esami!) e mi sono ritrovata a dover smontare e rifare tutto.
Per farla breve, ho finito di attaccare gli ultimi cristalli e decorare la gonna, praticamente la notte prima del giorno in cui avremmo fatto le foto (foto bellissime fatte da un vero professionista che non finirò mai di ringraziare)
Già, le foto… “Sarebbe bello farle magari sulla scalinata del Colosseo Quadrato, no? In fondo è cominciato tutto lì…” “Certo, se non piove…”
Pioveva!
Evviva! Siamo all’ultimo minuto e senza location (anche il posto che mi avevano offerto come alternativa e al chiuso all’ultimo secondo non era più disponibile).
Per fortuna Eleonora ci ha ospitati in casa, in uno spazio ristretto e organizzato al volo che ci è bastato: è in questi casi che si vede la bravura del fotografo e Riccardo è veramente bravo, credetemi!
Meno di 48 ore dopo mi ha anche mandato le foto pronte da inviare al concorso!
Per due settimane le foto sono state guardate, valutate e votate e, per una manciata di punti non sono salita sul podio, ma non è quello il punto, il punto è che questa esperienza mi ha completamente scombussolata.
In quei giorni di caos totale, mi sono ricordata dell’energia creativa che avevo in Accademia, della voglia di farmi strada nel mondo e di tutti i miei sogni.
Ed anche se il livello di stress, dato soprattutto da tutte le cose andate di traverso, i piccoli contrattempi, era davvero alto, non mi ero sentita così viva da veramente tanto, tanto tempo.
E tutto questo mi ha fatto pensare.
Ho dovuto prendere atto del fatto che non ero soddisfatta della mia vita, di quello che stavo facendo e di tante altre cose e mi sono presa una bella pausa.
Non ne sono uscita ancora fuori e il cammino per ridisegnare tutto quello che non mi piace e che ho lasciato accadere nella mia vita è ancora lungo, ma di una cosa sono certa: questo concorso mi ha davvero dato una bella scossa!
E da questa scossa è nato questo sito e un progetto per il mio futuro che spero di poter realizzare.
Sapremo insieme come andrà se continuerai a seguirmi.
E tu? Hai voglia di condividere con me una grande “scossa” della tua vita? O magari hai qualche suggerimento per il cammino che sto intraprendendo?
Allora lasciami un commento 🙂
Intanto ciao e alla prossima.
Io non ho consigli da dare… ma capisco bene il sentimento che racconti a me capita quando qualche cliente mi propone una sfida (un prodotto che penso di non poter realizzare, per esempio) ma anche quando mi iscrivo a un concorso letterario con un mio racconto. A volte sono stata premiata e pubblicata e sono stata sempre travolta dalle emozioni.
Quindi tieni bene queste “scosse” dentro di te e usale per il tuo lavoro come hai fatto per il concorso! A proposito, bellissimo il corsetto e anche le foto e la modella!
Vero Letizia, le sfide, di qualunque tipo, all’inizio ci mettono in crisi, però se abbiamo il coraggio di affrontarle ci riservano sempre grandi emozioni. E di solito riusciamo sempre a superarle nonostante le nostre paure.
(Grazie per i complimenti 🙂 )
Carol tu sei brava e devi continuare ad inseguire i tuoi sogni. Vedrai che riuscirai a ottenere i riconoscimenti che meriti.
<3