Di reggiseni su misura e mestieri che stanno sparendo

1 Dicembre 1991, è il giorno del mio matrimonio e mi sto preparando circondata da tante persone, alcune delle quali, purtroppo, oggi non ci sono più.

Tante donne che parlano tra loro, il parrucchiere, che è anche un caro amico di famiglia, mi finisce di sistemare capelli e il trucco, mia nonna mi dice qualcosa che mi fa commuovere e di nuovo le sue sapienti mani si mettono al lavoro e, miracolosamente, fanno sparire il mascara che si muove dove non dovrebbe.

Mia madre che fa avanti e indietro e produce infinite tazzine di caffè per tutti, poi, finalmente, vengo lasciata da sola con lei per vestirmi.

Ho bisogno del suo aiuto perché ho scelto un abito ingombrante, ma anche per indossare il mio abbigliamento intimo, non che non fosse possibile farlo da sola, ma quel giorno troppa confusione, molta emozione e poca lucidità.

Eccola, la guêpière!

Bellissima, in pizzo, stecche di metallo e tessuto elasticizzato, per restare ben aderente e comoda al tempo stesso.

Mia madre mi aveva portato, diverso tempo prima, in un negozio famoso, all’epoca, per essere uno dei pochi rimasti dove ancora lavorava una “bustaia”.

Si poteva scegliere tra tanti modelli già pronti e farli poi modificare, oppure farsi fare qualcosa direttamente su misura.

E già allora, nel 1991, di bustaie, a Roma, ne erano rimaste davvero pochissime.

Io scelsi quella della foto.

Era una guêpière già confezionata, ma aveva bisogno di essere modificata.
Mi ricordo che ne presi una di misura più grande perché il mio seno in quelle coppe non ci entrava.
La bustaia, mi aggiustò la forma della coppa e strinse il corpo della guêpière per riportarla alle mie misure: alla fine era perfetta!

Oggi non so se esistano ancora queste figure professionali che sanno realizzare da zero un reggiseno, una guêpière o uno di questi capi particolari di lingerie in modo artigianale.

Per capire un po’ la situazione e confrontarmi, sto facendo delle ricerche già da parecchio tempo e, finora, tutte le persone che ho trovato e che dicono di fare reggiseni su misura in realtà sono “bra fitter”, cioè professioniste che si occupano di trovarti il reggiseno più adatto alla tua conformazione in base alle tue misure reali, ma poi si affidano a reggiseni già confezionati di marchi che, ovviamente, hanno un largo range di taglie e coppe differenziate.

E questo è già un grande passo.

Immagino di non essere la sola rimasta in tutta Italia, ma la verità è che online la ricerca non produce molti frutti.
Finora sono riuscita a trovare una, sì solo una, professionista che ha sul sito un form per richiedere informazioni sulla possibilità di creare un capo su misura, ma non so cosa intenda realmente, né so se lavori con tutte le misure o solo fino ad un certo punto.

Almeno questa è la situazione ad oggi. Io spero che semplicemente, sia più facile trovare il negozio/atelier che ancora realizza queste manifatture localmente e, mi auguro, che siano realtà con tanto lavoro perché sarebbe bello veder rifiorire questo tipo di attività.

All’estero le cose sono un po’ diverse ma questa è un’altra storia e, al momento, non voglio affrontarla (sarà argomento per altri post).

Io soffro molto questa situazione perché so che competenza c’era nelle mani dei nostri artigiani e che meraviglie uscivano da certe “botteghe”, il fatto è che il consumismo feroce e veloce di questi anni ha fatto sparire quasi completamente un intero settore.
Se non fosse per questa piccola inversione di tendenza che stiamo vivendo, grazie anche ad una maggiore consapevolezza riguardo all’ambiente, allo sfruttamento del lavoro, al rispetto dei diritti, ad oggi, quella degli artigiani, sarebbe una categoria davvero estinta.

Invece, per fortuna, sparsi per tutto il nostro paese, tanti giovani si stanno adoperando per riportare in vita antichi mestieri che si basano su altri ritmi, più naturali, più rispettosi dei cicli di vita delle cose, che non devono essere buttate dopo 2 utilizzi, e dei cicli di vita reali della natura, rispettando l’alternarsi di giorno e notte, delle stagioni, del riposo e dell’attività delle piante e degli animali.

Un esempio? Ho scoperto da poco una bellissima realtà italiana, più precisamente calabrese, che si occupa di produrre la seta come si faceva una volta nel rispetto totale della natura “Nido di seta”

Ecco quindi che, ad un certo punto della mia vita, anche grazie alla necessità di risolvere un mio problema, mi sono ritrovata a voler riportare in vita proprio uno di questi mestieri scomparsi, aggiornandolo, sfruttando quello che mi offre la “modernità”

Tramite la finestra sul mondo che è internet, ho la possibilità di reperire materiali, dai più tecnologici a quelli naturali, fino a quelli “di una volta” e ho anche la possibilità di entrare in contatto con altre persone, anche distanti, che hanno voglia di ritrovare un rapporto umano e diretto, a cui piace una certa qualità e l’idea di poter indossare qualcosa di veramente creato a misura delle proprie esigenze, a riproporre, in pratica, il lavoro di quella “bustaia”.

Un rapporto forse più lento ma umano, in cui prevale l’ascolto e la voglia di trovare la soluzione più adatta insieme, pronti ad accogliere anche l’errore, perché in certi percorsi ci può essere, a volte è anche necessario, per poi arrivare alla nuova soluzione che, ora sì, è perfetta.

1 commento su “Di reggiseni su misura e mestieri che stanno sparendo”

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